
Dopo Ferragosto, quando la vendemmia era ormai prossima, la stagione ha portato alle viti il secondo grande regalo: forti escursioni termiche.
La bacca ha sigillato di notte tutti gli aromi sintetizzati durante il giorno.
Già in vigna, la natura ha arricchito Testanera di aromi e profumi straordinari.
La vendemmia, fatta rigorosamente a mano in piccole cassette, ha preservato l’uva da fermentazioni precoci e non controllate, dovute al peso del mosto.
Perché si percepiscono tante sensazioni, tutte diverse tra loro: ne inseguiamo una, ne scoviamo altre cento. Proviamo a dividerle e si moltiplicano.
Si ravvisano i fiori bianchi, il mango, l’ananas maturo: una ricchezza di sentori, propria dell’uva Chardonnay, che evolve in frutta fresca e matura, anche tropicale.
Poi c’è la frutta secca, tipica degli Chardonnay di lungo affinamento.
Ma c’è tanto altro: profumi e aromi si rincorrono, cambiano nel corso della degustazione, è difficile separarli, dare loro un nome.
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